24 marzo 2007

I N V I T O

Sabato 24 marzo 2007 - ore 20.30
Cortile Palazzo Moroni
Via 8 Febbraio - Padova (PD)


C O N - S E N S O - A L - M O N D O
Lettura Musicata

Testi, voce e musiche originali
eseguite alla chitarra
da
U l i s s e - F i o l o

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo ho saputo tardi del tema della giornata (il viaggio), ma credo sia sufficiente il mio nome; oltre al fatto che un testo parla d'un viaggio interiore, il secondo nasce e parla d'un pellegrinaggio, e infine l'ultimo ha in chiusa il cardine del viaggio: il camminare.

La lettura si apre con un brano intitolato Per(E)sistere, poi procede con 3 poesie (una in dialetto, una in italiano e l'ultima ancora in dialetto) e infine si chiude con un altro brano dal titolo LaDuraMadre.

I due brani suddetti, nell'ordine, li si può anche ascoltare ai link:
http://www.fiolo.net/ulisse/spUnto-DOdiesis.wav
http://www.fiolo.net/ulisse/LaDuraMadre.wav

La lettura ha un taglio, credo, pasolinianamente religioso, e mi sembra proceda come dal rumore incoerente dell'esistenza per poi entrare nel suono della musica, penetrando quindi fino al senso anzi all'interrogazione sul senso dell'esserci, ripercorrendo infine la strada al contrario o meglio ritornando alla vita nella sua preverbale fluidità armonica; e complessivamente s'intitola: Con-senso al mondo (nei 2 significati).

Il mio curriculum essenziale ha un'impronta antibiografica: è una scelta precisa (e in ciò sono in ottima compagnia): il battesimo è nell'opera. Sono il mùsico de LADURAMADRE nucleo-resistenza-poesia con cui facciamo letture musicate in Veneto da più di un anno: per cercare di arginare l’assedio antropico alla Natura riconducendo l’uomo all’humilitas della Terra e, più oltre ancora, dell'organismo cosmico di cui è parte integrante.

In proposito (con fin troppo alta conferma per noi) voglio citare le ennesime potentissime, lucidissime parole del nostro più grande poeta (veneto) vivente, Andrea Zanzotto (che, in occasione della presentazione del suo "Ritratto"-intervista del regista padovano Carlo Mazzacurati con la partecipazione dell'attore Marco Paolini, evita l'autocelebrazione e punta dritto al cuore dell'attualità, come ogni grande pur dalle sue 86 primavere):
"C'è una volontà di dimenticare quello che è l'essere umano, in un vortice voluto da un motore che tende a nascondersi e che è il tardo capitalismo. Una realtà che porta in sé i segni della contraddizione. Basta aprire un giornale per accorgersene: su una pagina trovi la descrizione di disastri, su quella a fianco la pubblicità delle cose che hanno provocato quei disastri. [...] Ma la poesia rimane un valore primario e riafferma con insistenza il comune anelito all'amore e alla pace."

Anonimo ha detto...

Devo necessariamente aggiungere, per completezza d'esposizione del pensiero di Zanzotto, ciò che leggo stamattina su un quotidiano (in occasione della visita a Venezia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano):
"Eravamo massacrati dal lavoro e dall'emigrazione. Ci siamo dati da fare, siamo risaliti a un livello buono, ma poi siamo stati travolti da una febbre che, purtroppo, appartiene a tante altre parti del mondo. Siamo passati dal fare allo strafare. Quando giro per la nostra terra, avverto lo scempio degli ultimi tratti di verde, vedo cose che mi soffocano. Ghe n'è na tera che domanda pietà, massacrada. Bisogna andare avanti, certo, ma anche fermarsi a meditare."

[E per consonanza geo-spirituale:]

Varda, che ‘avóro!
[...]
vòjo podér far spàssio ai me’ polmoni,
respirarme él ceèste sóra ‘l vérde!
Ché pa’ védar él Ciéo, ghe vól ‘a Tèra:
ghe vól acqua, e pò’ campi – e caminare!


(Voglio poter far spazio ai miei polmoni,
respirarmi il celeste sopra il verde!
Ché per vedere il Cielo occorre Terra:
occorre acqua, e poi campi - e camminare!)

Anonimo ha detto...

Ancora Zanzotto a Napolitano, dallo stesso quotidiano da cui citavo ieri:
"Siamo in pericolo, siamo un confine da molti punti di vista e non ultimo quello tra la tracotanza dell'uomo e le ricchezze della natura. Non critico chi vuole lavorare, ma chi vuole strafare. Il vero lavoro è qualcosa di armonico."

(Si può mica adottarlo come nonno, far lui Presidente della Repubblica?!)